lunedì 7 maggio 2012

L’Europa post elezioni


Il verdetto dei mercati, sancisce una rottura già evidente fra i popoli e nazioni europee:

Secondo l’economia francese, la nuova politica europea è ampiamente promossa. La Francia è il vero centro dell'Europa, a metà fra Mediterraneo e Scandinavo-teutonici:


Malgrado l'euforia francese, si profilano all'orizzonte probabili problemi nell'immediato. Si possono trovare delle indicazioni in merito su www.cobraf.com (Hollande ha Due Mesi prima del Crash dei Bonds).

Anche secondo gli operatori italiani e spagnoli, la nuova situazione politica europea è ottima:




I tedeschi sono invece rimasti storditi dai colpi brutali inferti dalle elezioni francesi e greche. Rimangono pertanto incerti. Il giudizio della borsa tedesca è sospeso:


La Merkel continua con il suo vecchio discorso politico:
“… l'accordo sul fiscal compact' non è oggetto di rinegoziazione. «In Germania siamo dell'opinione, e anch'io personalmente, che il patto fiscale non è rinegoziabile. È stato negoziato e firmato da 25 paesi" ha dichiarato la Merkel aggiungendo: «c'è un dibattito in corso al quale la Francia, col suo nuovo presidente, naturalmente, darà la propria enfasi. Ma stiamo parlando di due facce della stessa medaglia, il progresso è raggiungibile solo attraverso finanze solide più crescita».”

E’ tutto da capire però se il resto d’Europa continuerà a seguire l’ideologia austerica.

L’Economist, ha espresso in modo palese l’orientamento della City di Londra, ma la relativa borsa è oggi chiusa, pertanto non è dato sapere se i suoi operatori bocciano o promuovono il nuovo assetto politico continentale.

Negli Usa comunque, la borsa è piuttosto incerta, anche se le contrattazioni sono ancora in essere:



Intanto le elezioni locali italiane ci danno un quadro, in linea generale, non molto diverso da quello del resto d’Europa. I Grillini ottengono un grande risultato, omologo a quello del partito dei pirati tedeschi. Il centro-sinistra primeggia sul centro-destra, con il Pdl e la Legapraticamente in declino totale.

Entrambi i partiti, divenuti quasi orfani dei loro leader, non hanno più propulsione. Sia Berlusconi che Bossi si sono per un pò fatti da parte, ma anche se tornassero protagonisti, non sarebbero più in grado di trascinare le folle. Il tempo è ormai passato, ed è stato quasi tutto sciupato.

Se ne avvantaggia il Pd, anche se non per meriti propri. Ora sarà interessante vederne le conseguenze sul governo Monti, che è già molto logorato e stanco (Monti è finito(2)(3) ).

Il Pdl potrebbe avere due tentazioni contrapposte: sostenere ancora l’esecutivo, per prendere tempo e riprendersi almeno in parte i voti persi; oppure valutare che l’appoggio al governo Monti non gli è di alcun vantaggio, anzi è un peso eccessivo, e quindi passare ad un disimpegno come l’appoggio esterno.

Il Pd potrebbe essere tentato dalla via francese, e probabilmente sogna un Hollande italiano in grado di vincere le elezioni. Ma ci sono delle incognite: Bersani lo ha detto chiaro, vincere le elezioni adesso sarebbe più facile, ma governare ora è molto impegnativo e rischioso. Ma se si aspetta fino al 2013, non è detto che il Pd mantenga ancora il vantaggio attuale. I movimenti dal M5s a Sel potrebbero erodere il consenso e portarci ad una situazione greca.

A proposito. Gli operatori economici greci non ci credono più. Considerano ormai la Grecia spacciata:


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