lunedì 12 marzo 2012

Vagoni senza locomotiva



Scrive La Stampa, che Mc Donald's non tira più.

"In Europa, la recessione ha fatto tirare la cinghia un po’ a tutti e la gente sta incominciando a portarsi il pranzo da casa. Gli americani si stanno ingozzando meno perché la ripresa è lemme lemme. E persino in Asia, lo Shangri-la di tutte le aziende in cerca di crescita, il rallentamento di economie-guida come la Cina e l’India tiene la gente lontana dai «ristoranti» con gli archi gialli."

Dal punto di vista nutrizionale, è un'ottima notizia ma "il Big Mac – offerto a 68 milioni di avventori in 119 Paesi ogni giorno - è una cartina al tornasole dell’economia mondiale."

Il problema è sempre lo stesso. Sembra a vedere gli indici di borsa, che tutto stia andando per il meglio, che la crescita è dietro l'angolo. Anche gli spread dei titoli di stato europei stanno migliorando, quindi tutto bene. Eppure sappiamo che non è così. La crisi morde e forse si aggraverà durante il 2012.

"Gli Usa, il motore degli ultimi decenni, mancano all’appello.
La ripresa c’è ma sta avanzando come i ghiacciai. La disoccupazione rimane altissima, anche se in calo, e la crisi del mercato immobiliare ha distrutto la fiducia dei consumatori. Il cuore dell’economia americana non ha ancora un battito regolare."

Eppure gli indici di borsa Usa sono in costante salita da 6 mesi, viene da chiedersi da dove derivi tutto questo ottimismo (ottimismo fuori luogo):

down jones - 6 mesi

"Di Europa, purtroppo sappiamo pure troppo. La Grecia sarà anche riuscita a persuadere i creditori ad accettare meno soldi al fine di evitare il disastro totale ma si tratta di una vittoria di Pirro. Tra austerità, instabilità politica e problemi finanziari di banche e risparmiatori, l’Europa rimarrà in recessione per un altro anno almeno."

L'Europa è sempre più preda, oltre che della crisi Made in Usa del 2008, di un sistema Euro che non funziona. Da un lato i tedeschi insistono nel chiedere più rigore alle economie dei PIIGS che arrancano e moriranno strangolati, dall'altra non si vede all'orizzonte nessuna classe politica lungimirante e nessuna idea per il futuro. 
Il Presidente del Senato Schifani ha appena annunciato nel programma "In mezz'ora" la masochistica idea di riproporre il governo Monti se l'Italia sarà ancora in crisi nel 2013. Come dire che dopo aver accertato nei fatti che l'allenatore ha causato la retrocessione della sua squadra, per ritornare nella categoria superiore si conferma l'incarico al medesimo disastroso allenatore...

"E l’Asia? Il continente dei poteri emergenti che avrebbe dovuto prendere la guida dell’economia mondiale dalla stanca America e vecchia Europa? Il passaggio di consegne dovrà aspettare.
...

se la rivoluzione industriale cinese sta rallentando, quella dell’India – l’altro grande polmone dell’organismo asiatico – rischia di fermarsi del tutto.
L’economia sta crescendo ai livelli più bassi degli ultimi due anni mentre il governo insiste a spendere soldi che non ha per costruire uno Stato sociale ed alleviare la povertà di massa che attanaglia il Paese."

Il problema delle economie emergenti è che da sole non esistono. Le economie emergenti lo sono grazie all'occidente. Se quest'ultimo muore d'inedia, cinesi ed indiani, brasiliani e russi ecc. non sono in grado di riassorbire le loro produzioni con la sola domanda interna.

"I Paesi sviluppati devono confrontare la realtà che governi e cittadini hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi per tanto, troppo, tempo. E le nazioni emergenti stanno imparando una lezione amara: chi di globalizzazione ferisce di globalizzazione perisce.
Tutti quei giocattoli made in China, le materie prime del Brasile, l’outsourcing dell’India alla fine chi li comprava? Noi. Sempre noi. I ricchi consumatori dell’Ovest che divoravamo beni e servizi a basso prezzo."

Cosa c'è che non funziona quindi nel modello globale? Tutto. Il modello capitalista funziona quando c'è una parte emergente e sviluppata in grado di imporsi su una parte sottosviluppata da depredare. La globalizzazione ha messo in luce questa verità: il livellamento della ricchezza mondiale in atto, che ne provoca la diminuzione in occidente e l'aumento nei paesi emergenti, esaurisce l'energia vitale del capitalismo.

Energia data dall'egoismo del singolo che ambisce ad arricchirsi. Ma bloccata dal crescente indebitamento in occidente che impedisce ai suoi Stati di usare nuovo debito per rinvigorire la domanda; bloccata anche dalle crescenti difficoltà a produrre a basso costo nei paesi emergenti, visto che le rivendicazioni sindacali tendono ad aumentare anche li. Un mondo che va verso la mediocrità.

"Ma la mediocrità non aiuta nel lungo termine. Una ripresa forte deve partire dai consumi, trasmettersi alle aziende, spingere i mercati delle materie prime, aumentare le attività finanziarie e persuadere le banche ad aprire i cordoni della borsa, incrementando i consumi e così via. Per ora, quell’impeto non c’è."

La ripresa che Guerrera de La Stampa si aspetta da un qualche nuovo paese o gruppo di paesi che faccia da locomotiva. Ma che io penso non avremo più come schema economico nel futuro, ma assisteremo piuttosto una serie di vagoni lasciati sui binari privi di traino. La gente dovrà scendere da quei vagoni che non vanno più da nessuna parte e cambiare mezzo.

Si deve trovare un nuovo stimolo allo sviluppo basato su valori diversi, non legati all'ambizione egoistica di pochi singoli, ma all'ambizione ad una vita piena e serena della moltitudine. Che significa avere un lavoro dignitoso, che non sia percepito come una schiavitù, avere adeguate cure, avere un adeguato sosteno nei casi di difficoltà, avere accesso allo studio e alla cultura, avere a disposizione anche del tempo libero da impiegare per attività ludiche.

In genere viviamo su questa Terra per poche decine d'anni, per quale motivo ci si deve accanire ad inseguire valori assurdi come il Pil, il tasso di interesse o il pareggio di bilancio? Quali sono le nostre reali esigenze? Sono quelle descritte più sopra naturalmente, quindi  è necessario realizzare un'organizzazione economico-sociale che abbia nelle sue finalità solo e soltanto queste esigenze.

Banchieri e operatori finanziari sono dei folli che inseguono numeri, non le vere esigenze della vita degli umani. A cosa serve far quadrare i bilanci pubblici a tutti i costi, se per ottenere questo risultato si devono tagliare i servizi pubblici utili a una esistenza migliore? Tutto questo rappresenta un progresso? Veramente quando lo spread si sarà azzerato e quando avremo raggiunto il pareggio di bilancio saremo più felici? Con meno pensioni, meno ospedali, meno medici, meno asili, meno scuole, meno cultura si vive meglio?

Dovremo fregarcene del debito: pagare quello contratto e non farne più di nuovo. Usiamo il denaro pubblico per fare opere e mantenere servizi veramente utili, senza ingrassare le banche e la finanza. Staremmo tutti meglio.


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