venerdì 23 marzo 2012

Rivolta in divenire


Cominciano gli scioperi spontanei, può essere l'inizio di un periodo difficile per il governo e i partiti che lo sostengono. Bersani è già stato messo sotto accusa dai suoi elettori: quindi la strategia del Pd è cambiata da "non siamo d'accordo ma appoggiamo il governo" a "non siamo d'accordo e il nostro voto è essenziale per Monti".

Ma anche nel Pdl gli elettori non tifano tutti dalla stessa parte:
"Mentre il Pdl ufficialmente appoggia compatto la riforma del lavoro targata Fornero gli elettori del centrodestra si dividono. Molti sono contrari e minacciano di non votare il segretario alle prossime elezioni. La spaccatura emerge dove nessuno la riesce a nascondere e cioè in rete. Il dissenso della base del partito si materializza in queste ore sulla bacheca Facebook di Angelino Alfano".

Sull'art. 18 e le modalità di licenziamento si può discutere in qualsiasi momento, ma non in questo. In un epoca in cui  l'Italia rischia, non solo la recessione, ma anche il default, si dovrebbe progettare e discutere altri temi. Come creare lavoro e impresa per esempio. Ma questo intervento fa parte della serie di strategie sbagliate del governo Monti, che ci stanno trascinando sempre più a fondo, verso il fallimento.

Oggi si è visto quanto sia sensibile l'indice dello spread Btp-Bund che è schizzato a 320 punti, dai 275 raggiunti giorni fa. L'aggiustamento dello spread ottenuto a suon di miliardi di euro della Bce, non è dipeso dalla politica del governo Monti. Questa non ha risolto nessun punto della crisi che stiamo attraversando, ma addirittura la sta aggravando.

"Kraemer (responsabile del debito sovrano dell’agenzia di rating Standard & Poor’s) ha spiegato che queste operazioni (ndr: LTRO) hanno “fatto scendere i rendimenti sui titoli di stato, ma il lavoro non e’ ancora finito”.
L’unica cosa che la Bce ha fatto e’ stata quella di guadagnare tempo. Ora e’ importante quello che si fa una volta che si e’ guadagnato tempo”, ha detto l’analista intervenendo a un convegno a Francoforte.
...
L’Italia con le sue grandi necessita’ di finanziamento” per il debito pubblico, “rappresenta il maggiore rischio per l’Eurozona” ha spiegato Kraemer.
Per il responsabilie di Standard & Poor’ s ci sono anche rischi di “compiacenza” nell’Eurozona legati all’andamento del costo del debito pubblico. “Una discesa troppo rapida dei rendimenti puo’ scoraggiare i politici a proseguire sul sentiero delle riforme”.
Roma, invece, ha bisogno di nuove manovre se vuole scongiurare il contagio"

Per ragioni patriottiche si può anche essere infastiditi da queste affermazioni, ma non sono così sbagliate. E' logico che intrapresa la strada dell'austerità, che produce recessione, il prossimo passo sarà la richiesta di una nuova manovra, perchè così i conti non torneranno mai. L'assurdo è che personaggi come Kraemer tifano per le politiche seguite da Monti, per poi lamentarsi che non sortiscono risultati e che ci vuole altro...
Siamo alla follia.

Il problema per il governo Monti è che per accontentare i mercati deve sempre inventarsi qualcosa di più difficile da mettere in campo, qualche altro pezzo del welfare da smontare. Ma i mercati assorbono e digeriscono le novità liberiste molto velocemente e molto velocemente dimenticano tutto. Anche perchè questa è la vecchia politica dell'annuncio già cara al precedente governo: risultati concreti sull'economia reale zero.

Persino un giornale a tiratura nazionale, fra quelli adagiati nell'adulazione del governo, comincia ad avere qualche dubbio, dopo l'accelerazione sulla riforma del lavoro:

Governo, l'incantesimo si è spezzato
(www.lastampa.it)

"Già prima che scoppiasse, il Pd non sembrava granché persuaso dagli argomenti di Casini, il quale va sostenendo che l'esperienza del governo Monti è troppo utile al Paese per interromperla nel 2013. Dopo le elezioni si torni alla normale dialettica, diceva da giorni Bersani, sottintendendo che del Prof non ci sarà più bisogno. A maggior ragione lo penserà adesso, sull'onda del disincanto. Per certi aspetti, sussurrano esponenti Pd di altissimo profilo, Monti è perfino più a «destra» di Berlusconi, è un vero liberale conservatore. Tra 12 mesi sarà indispensabile, aggiungono, dirgli «arrivederci e grazie».

L'ala veltroniana dovrà mettersi il cuore in pace. Capitolo chiuso. Da rivedere anche gli altri scenari di fanta-politica, tipo quelli che già scommettevano su Monti prossimo inquilino del Quirinale. Perfino condurre in porto la legislatura diventa adesso più difficile"

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