sabato 17 marzo 2012

La recessione arriva dalla luna



Ma di che cosa stiamo parlando, dott. Giavazzi:

“Siamo a metà marzo: il decreto sulle liberalizzazioni attende ancora la definitiva approvazione da parte del Parlamento e le norme sul mercato del lavoro non sono state ancora portate in Consiglio dei ministri. Non è solo una questione di calendario. Più i tempi si dilatano, più le corporazioni che con queste norme si vorrebbero colpire riescono a organizzarsi per evitarle. Il decreto cresci Italia ne è l’esempio. Il provvedimento che verrà approvato è un’immagine molto sbiadita dell’afflato liberista che ispirò il primo testo del governo.
Il risveglio potrebbe essere brusco. Mentre il governo continua a costruire i propri programmi sull’ipotesi che l’economia nel 2012 si contragga dell’ 1 per cento, il Fondo monetario internazionale prevede un -2,2% e i maggiori investitori internazionali una forchetta fra -2%, nell’ipotesi più favorevole, e -4% in quella meno favorevole, con una mediana di -3%. Con questi numeri il deficit rimarrà sopra il 4% del Pil e il debito ricomincerà a crescere. Come lo spieghiamo a quegli stessi investitori e ai nostri partner tedeschi, ai quali abbiamo ripetutamente promesso il pareggio di bilancio nel 2013? C’è un solo modo per uscire da questo guaio. Convincerli che la recessione del 2012, per quanto grave, è un fatto transitorio e che le norme che stiamo approvando segneranno davvero un cambio di passo. Bruciata, purtroppo, la carta delle liberalizzazioni, rimane solo la riforma del mercato del lavoro.

(L’emergenza non è finita -  www.corriere.it)

Ma di che stiamo parlando? La riforma del lavoro farà migliorare i dati sulla crescita del Pil? Ma dove, ma quando mai? E le liberalizzazioni non funzionano più perché sono state annacquate dai partiti in Parlamento? Può essere, ma di certo anche nella prima versione sarebbero state quasi inutili: le liberalizzazioni che aumentano le farmacie, che svalutano le licenza taxi ed edicola, o che eliminano il tariffario dei professionisti non sono nemmeno mezze liberalizzazioni. Non sarebbero state sufficienti a muovere un’economia strangolata da una politica economica austerica voluta dai Tedeschi.
Forse al Corriere si comincia a verificare che tale strategia è dannosa e non potendo ammettere l’errore si scaricano le colpe sugli emendamenti dei partiti alle liberalizzazioni e semplificazioni. Ma che cavolo di semplificazioni sono quelle che ti permettono di fare lo “stato di famiglia” anche di notte via web? Che impatto hanno sulla produttività dell’economia italiana? Ma su andiamo, queste sono sciocchezze!

Le liberalizzazioni e semplificazioni che andavano fatte erano ben altre (vedi “Liberalizzazioni e oltre”): si doveva incidere sulle norme che regolano i blocchi burocratici e normativi per la costituzione, gestione e richiesta di permessi delle imprese. Tutto il resto, per importante che sia, ha un’incidenza limitata sul Pil.
E’ ormai più che ovvio che la politica di Mago Monti non è solo sbagliata, ma anche dannosa. Anche i blogger più allineati al montismo ormai stanno cambiando idea e non solo loro, ecco cosa ne pensa un prof. universitario non bocconiano (che la Bocconi insegni misticismo invece che logica economica?):

«Caro Monti, siamo come la Spagna: gli obiettivi di deficit vanno rivisti»
www.linkiesta.it


Non è sufficiente il cambio fra Ruby “rubacuori” e loden per modificare magicamente i fondamentali economici… E’ ovvio che la feroce pressione fiscale e l’assenza di una politica di crescita seria, sta affossando l’Italia. Ormai si sta cavando sangue dalle rape e senza alcun risultato:

ITALIA: Pressione "fiscale" al 75%, la più alta della Galassia

Beato Trader esagera, ma effettivamente c’è poco da scherzare. La situazione diventa sempre più grave. La politica giusta, dovrebbe essere opposta a questa, diminuzione della pressione fiscale, fregarsene del pareggio di bilancio, e con ogni probabilità adottare sistemi alternativi al debito pubblico come propone la Modern Money Theory (MMT).
Gli ultimi dati economici indicano che l’economia sta deragliando, ed in soli tre-quattro mesi di governo Monti:

“A febbraio, intanto, le ore di cassa integrazione sono state quasi 82 milioni con una crescita del 49,1% su gennaio. Lo dice la Cgil precisando che nei primi 2 mesi dell’anno i lavoratori coinvolti nei processi di cassa sono stati 400.000 con un taglio del reddito per oltre 525 milioni di euro, pari a circa 1.300 euro per ogni singolo lavoratore. Nei primi due mesi dell’anno - sottolinea la Cgil - sono stati autorizzati 136,9 milioni di ore di cassa integrazione con un +5,16% sullo stesso periodo del 2011.

«Il nostro sistema produttivo - afferma il segretario confederale Vincenzo Scudiere - è invischiato in una crisi profondissima con prospettive pericolose di declino. La cosiddetta ’recessione tecnica comincia a dispiegare i suoi effetti sui lavoratori con un balzo deciso nella richiesta di ore di cassa. È sempre più difficile immaginare una inversione di tendenza senza una ripresa nelle produzioni e nei consumi». L’aumento consistente di febbraio è dovuto soprattutto al balzo della cassa in deroga che con oltre 31 milioni di ore segna un +133,96% sul mese precedente. Nel bimestre gennaio-febbraio le ore autorizzate di cassa in deroga 45,3 milioni) segnano un +10,44% sullo stesso bimestre del 2011. Nel bimestre l’aumento tendenziale maggiore per la cigd è per il commercio (oltre 15 milioni di ore con un +28,46%).

La cassa integrazione ordinaria (cigo) a febbraio ha segnato un +23,9% sul mese precedente con 25,1 milioni di ore autorizzate. Nei primi due mesi del 2012 il totale delle ore di cigo è stato pari a 45,5 milioni con un aumento sullo stesso periodo dello scorso anno del +21,47%. In aumento la richiesta di ore anche per la cassa integrazione straordinaria (cigs) con 25,7 milioni di ore autorizzate a febbraio (+20,39% su gennaio). Le ore registrate nei due mesi di quest’anno (47,2 milioni) diminuiscono dell’11,56% sullo stesso periodo dell’anno passato.

Nel bimestre gennaio-febbraio - precisa la Cgil - «considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (4 settimane), sono coinvolti 796.334 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 9 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 398.167 lavoratori, di cui 137 mila in cigs e 128 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 525.200.000 euro, pari a 1.300 euro per ogni singolo lavoratore».”

In questa situazione di consumi stagnanti dovuti al calo dei redditi, più pressione fiscale asfittica, non si avrà mai crescita del Pil. Sarà un anno duro il 2012. Si deve solo sperare che la eventuale vittoria di Hollande in Francia, faccia invertire la rotta alla politica economica in Europa e ci aiuti a cacciare il prima possibile questo deleterio governo tecnico. Consiglio di tenere il forcone a portata di mano…

Nessun commento:

Posta un commento