lunedì 16 gennaio 2012

In bilico?




Con il downgrading di S&P, il governo Monti potrebbe avere alcuni problemi in più, e non solo quelli evidenti economici, ma anche quelli politici. Come la nave Concordia ora in bilico sullo scoglio, il governo Monti potrebbe naufragare da un momento all’altro.

Infatti la sua poltrona è salda grazie allo spread alto tra Btp e Bund, ma ora che l’Italia si avvicina a valutazioni economiche centro africane (ormai abbiamo il rating del Perù…) e che con molta probabilità questa settimana lo spread tornerà a superare i 500 punti, i partiti che lo appoggiano potrebbero essere tentati di fare da soli.

Infatti, se anche le misure di un governo tecnico, altamente competente, non servissero a nulla, potrebbe sorgere l’idea che il cambio di governo sia stato inutile, che anche ci fosse una scimmia come primo ministro le cose non cambierebbero molto.

L’idea che circola fra i partiti storditi dalla crisi, potrebbe essere quindi di archiviare il tecnico Monti, e fare da se, cavalcando l’antieuropeismo montante, e la cattiva gestione comunitaria di Merkel e Sarkò. Si tratterebbe di un esecutivo da ultima spiaggia, del tipo “o la va o la spacca”, ma il pensiero sta ormai covando nelle menti dei politici costretti in questi giorni a votare provvedimenti che non condividevano.

Naturalmente questi pensieri ronzano con maggior intensità nelle menti della ex maggioranza. Berlusconi pare più reattivo, rispetto a qualche giorno fa:

Silvio vuole cambiare governo?

Ed inoltre ha dimostrato, con la votazione a favore dell’on. Cosentino, di poter rimettere su la vecchia maggioranza. Anche il suo principale alleato, la Lega Nord, non ha mai rinnegato l’esperienza di governo precedente e quindi la vecchia alleanza.

Il maggior partito dell’ex opposizione, il PD, sembra voler dimostrare una maggiore responsabilità, ma credo che anche il suo leader cominci ad avere dei dubbi sulla politica germanico-europea.
Probabilmente non lo ammetterebbe mai, ma nel profondo preferirebbe uscire da questa innaturale maggioranza.

Il problema che frena l’ex maggioranza soprattutto, è il cosa fare una volta abbattuto il governo Monti. Non hanno idee, come del resto non le avevano prima di novembre 2011. Ma se trovassero una qualche soluzione, diversa dall’austerità di Monti, non aspetteranno un minuto a disarcionarlo.

L’art. 18, le liberalizzazioni, le troppe tasse ecc. più che la causa della caduta del governo Monti, potrebbero essere ottimi pretesti. Ma oltre al che fare, i politici devono anche pensare al come difendere l’Italia. Infatti, nel caso della cacciata di Monti, come reagirebbe la speculazione internazionale? Sicuramente non bene.

Ecco perché nel cosa fare, la strategia dovrà tener conto anche di questo aspetto. Se però la presenza di Monti al governo non servisse nelle prossime settimane a difendere i nostri titoli di Stato dai mercati, allora anche questa minaccia diverrebbe un arma spuntata: non servirà più all’esecutivo tecnico come spauracchio per rabbonire i partiti.

Così purtroppo saremo costretti a ricordare il governo Monti solo per la fase 1 (austerità e tasse), e probabilmente non si riuscirà a portare in porto la fase 2. Questo sarebbe un danno perché una maggior liberalizzazione dell’economia è auspicabile, anche se non sufficiente: ci vuole anche (soprattutto in Italia) una deregolamentazione normativa (Liberalizzazioni e oltre - Link).

Un eventuale governo politico, nelle condizioni suddette, alle prese con un attacco speculativo pesante sui nostri titoli, sarebbe quindi obbligato a prendere provvedimenti d’emergenza che potrebbero spaziare dalla nazionalizzazione delle banche per costringerle ad acquistare titoli italiani, alla introduzione di una nuova moneta italiana. Ma in un’area euro terremotata e distrutta dalla speculazione, questi provvedimenti sarebbero visti come il male minore.

Anche perché, come afferma P. Barnard ogni tre improperi, ormai lo sanno anche i muri che la causa della crisi non è il debito, non sono le notti bollenti dell’ex premer, ma è semplicemente l’euro, ed il fatto che è una moneta che lo Stato italiano non può controllare. Si tratta di una moneta straniera (praticamente il vecchio Marco):

TRE CRIMINALI E UN CRETINO



Aggiornamento ore 14:00
  
Oggi lo spread Btp-Bund decennali è rimasto stabile (sotto i 500 punti base) grazie all’intervento della Bce. L'incontro di ieri tra Draghi e Monti ha quindi sortito un accordo per limitare i danni del downgrading di S&P. Bisogna capire però per quanto tempo il tamponamento della falla potrà durare. Difficile capire l’entità dell’interessamento della Bce di oggi:

Borse ad alta volatilità. Lo spread torna sotto 500. Euro debole

Lo spread BTp-Bund è balzato a 509 punti (contro i 488 della vigilia) per poi ripiegare sotto i 500 (492). Il rendimento resta sotto il 7%, a quota 6,7%. Intanto, dopo il declassamento deciso da Standard & Poor's, la Bce sta comprando titoli di Stato di Italia e Spagna. Lo scrive Bloomberg che cita alcuni operatori i quali però non hanno dato dettagli su volumi e tipologia degli acquisti.

«Il taglio del rating italiano a BBB+ «ridurrà definitivamente la base di investitori» sui bond del Paese. Lo osserva in una nota Alessandro Giansanti, fixed-income strategist di Ing, aggiungendo che l'Italia «avrà bisogno di un forte spostamento verso gli investitori interni o sarà molto difficile per il Paese continuare ad emettere lo stesso ammontare di bond». «Il supporto della Bce e' altamente necessario». “



Che riprende le valutazioni di Satyajit Das, (Una strada verso il nulla) già riportate nel post precedente “Fine della Concordia?” (Link):

“In molti paesi, la Sarko-nomics sarà integrata da un'"oppressione finanziaria", come il governo costringerà sempre più i cittadini e le istituzioni all'acquisto di obbligazioni sovrane. Modifiche normative stabiliranno che una quota del risparmio previdenziale individuale debba essere investito in titoli di Stato. Banche e istituti finanziari saranno tenuti a detenere  quantità maggiore di titoli di Stato per soddisfare i requisiti di liquidità. Ci possono essere delle restrizioni sugli investimenti esteri e sui trasferimenti di capitale fuori dal paese”


Aggiornamento ore 21:00


A quanto pare Mago Monti è più politico che tecnico, e credo abbia molto da insegnare ai politici di professione che sono sugli scranni del Parlamento dal tempo di Garibaldi.
Prima si incontra con Draghi per tutelarsi dal lato della speculazione internazionale, poi riesce a fare una cosa impensabile fino a due mesi fa: mettere in fila Alfano, Bersani e Casini  per una foto ricordo e per farsi dare un appoggio politico forte. Complimenti a Monti, ha imparato in fretta e meglio anche dello più scafato dei politicanti...

Bersani, Casini, Alfano e la sponda a Monti «Serve uno sforzo europeo»
www.corriere.it



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