domenica 29 gennaio 2012

Il Dopo-Berlusconi



Oggi in un momento di sospensione della politica ufficiale dei partiti, in Italia, circolano sondaggi che prevedono in un’eventuale turno elettorale, la vittoria di una alleanza di centro sinistra. La cosa non stupisce, in quanto, dopo la prova opaca dell’ultimo berlusconismo, ovviamente l’elettorato, più che premiare l’ex minoranza, tende a punire l’ex maggioranza.

Ma sarà esattamente questa la situazione politica del futuro prossimo? Su “Il riformista” on line, l’articolo “Astenuti, indecisi schede bianche e nulle un cocktail esplosivo” di F. Fornaro (www.ilriformista.it) mette in guardia dall’affidarsi ciecamente ai sondaggi, in quanto l’astensionismo rilevato (circa 40-45%) potrebbe essere portatore di amare sorprese per certi politici baldanzosi.

Secondo F. Fornaro, infatti ci troveremmo nella stessa situazione del 1994, quando “nel biennio 1993-1994 il fragoroso crollo del pentapartito (ora del blocco sociale attorno a Berlusconi) non determinò l’automatica vittoria delle forze di opposizione, ma in presenza di una “area di incertezza” assai elevata, favorì l’ingresso e l’affermazione di un leader (l’imprenditore televisivo, il cav. Silvio Berlusconi) e di un partito (Forza Italia) nuovi di zecca”.

La situazione politica italiana è piuttosto instabile:
“L’area del non voto, inoltre, supera stabilmente e abbondantemente il 30% nelle elezioni regionali ed è arrivato al 33,5% alle europee del 2009 (era stato del 14% in occasione delle prime elezioni per il Parlamento di Strasburgo nel 1979).
Tornando ai giorni nostri. In uno degli ultimi sondaggi settimanali apparsi su La7, l’affluenza era stimata al 70% e veniva indicata una percentuale di schede bianche del 3%. Secondo l’Ipsos (per Ballarò) - alla data del 10 gennaio 2012 - la quota di astenuti/indecisi era arrivata al 45%.
Se si considera oramai fisiologica un affluenze dell’80%, oggi ci troviamo di fronte ad un’area di indecisione (pericolosamente in bilico tra non voto e partecipazione seppur ipercritica) stimabile in un intorno del 20%: il primo “partito” italiano, davanti a Pd e Pdl.”
Ecco perché tutte le strategie fondate su di un’analisi affrettata dei dati dei sondaggi con riferimento all’andamento dei singoli partiti, possono rivelarsi clamorosamente sbagliate.
La convinzione della vittoria della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto nel 1994, ad esempio, si era erroneamente fondata sulla fotografia dei consensi espressi per i partiti, sottovalutando la dimensione dell’area dell’indecisione (ingrossata in quel frangente dalla deflagrazione di Dc, Psi e dei partiti laici minori).
La discesa in campo di una figura imprenditoriale nuova, Silvio Berlusconi e l’adozione di un abile strategia di marketing politico territoriale (alleanza con la Lega al Nord e con An al Sud) fecero il resto.”

Oggi chi potrebbe essere il nuovo stratega politico a scendere in campo? Avevo già scritto un posto (“Futuro premier?” Link) in cui sostenevo che l’antipolitica avrebbe potuto fare dei passi importanti alle prossime elezioni. Il posto si apriva con la fotografia di B. Grillo e questo era l’incipit:

“Nell’immagine il probabile futuro premier italiano o almeno colui che avrà una grande influenza sul futuro premier. E’ una profezia che sento sempre più imminente visto il suicidio politico ed economico della nostra principale classe politica. Abbiamo un parlamento di pavidi che ha preferito delegare ad un esterno la guida del paese, ha rinunciato alle elezioni anche sapendo di vincerle, oppure fa opposizione di comodo ben sapendo che non provocherà la caduta del governo.
In sostanza sostiene le scelte suicide del proff. Monti, nessuno che abbia un punto di vista autonomo: in questi giorni è evidente che il sistema italiano è un finto regime dell’alternanza.”

L’antipolitica potrebbe diventare quel o quei partiti che alle prossime elezioni rompono le uova nel paniere del centro destra e del centro sinistra attuali. Nei sondaggi, i grillini, sono dati con una percentuale per nulla irrisoria per un movimento (4%), ma potrebbe essere un dato falsamente e illusoriamente basso. Afferma infatti Fornaro: “si è portati a pensare (erroneamente) che l’espressione della grande maggioranza del corpo elettorale sia il frutto di convincimenti razionali maturati e consolidati nel tempo, sottoposti a valutazione critica rispetto al tipo di scadenza (politica o amministrativa).
Le ricerche sui comportamenti dei cittadini,invece, indicano la presenza di una quota crescente di elettori che decidono a chi dare il loro consenso al momento di entrare nel seggio (7,6% nel 2008), nell’ultima settimana (11,8%) e qualche settimana prima (13,0%). Soltanto circa la metà del corpo elettorale ha convinzioni radicate e dichiara di decidere “molto prima” (51,3%).”

Quindi il vero sondaggio è quello della cabina elettorale, e l'esito elettorale dipende dagli imput che raggiungono l’elettore nelle settimane antecedenti il voto. E se fra gli imput ci sono anche quelli pessimi provenienti dall’estero, e delle minacce che arrivano al sistema democratico dalla stessa Unione Europea, si potrebbero attivare forme di difesa estreme. L’elettorato potrebbe preferire partiti meno europeisti “a scatola chiusa” e più diffidenti verso la forma di governo finanziaria che sta conquistando l’Europa.

Sono notizie e intenzioni come quella di seguito che potrebbero erodere il consenso dei partiti tradizionali, troppo allineati all’austerità montiana.

UN DOCUMENTO TEDESCO RICHIEDE UN COMMISSARIO PER LA GRECIA

La Germania vuole affidare a un "eurocommissario" quel poco che rimane della sovranità finanziaria della Grecia come condizione per la concessione di un secondo aiuto di 130 miliardi di euro, secondo quanto riportato dal Financial Times da Bruxelles.
In attesa della riunione sull'eurocrisi del prossimo lunedì, il quotidiano cita un documento del governo di Berlino in suo possesso.
L'eurocommissario dovrebbe avere il potere di sovrintendere “ai principali capitoli della spesa" pubblica greca, segnala il documento.
Giovedì, mentre Angela Merkel riceveva Mariano Rajoy a Berlino, Volker Kauder, l'eloquente capo del gruppo parlamentare dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU), ha di nuovo citato la convenienza di quanto descritto nel documento divulgato dal Financial Times: sostituire il governo greco con un "commissario" europeo, e se fosse necessario, "inviare funzionari tedeschi che aiutino nella costruzione di un'amministrazione finanziaria che funzioni".”

Se si giungesse a pensare di sostituire i governi dell’Europa del sud con commissari europei, sarebbe credo la rottura dell’Unione Europea. Ci sarebbe inoltre una rivolta popolare contro quelle forze politiche che volessero appoggiare un tale epilogo. Persino il premier Goldman Sachs M. Monti ha dovuto ricordare alla Merkel che se si esagera con le politiche di austerità, saranno le forze dell’antipolitica a prendere il timone della nave Italia.

Forze di antipolitica, che si starebbero trasformando in forze politiche a tutti gli effetti, e che forse sono ben più radicate di quel che affermano i sondaggi.
Di “…Grillo piace la schiettezza, il suo andare diritto, anche a costo di urtare i suoi fans di sinistra. Lui, in fondo, è un liberale, che contesta una destra stracciona e una sinistra velleitaria, senza le astrazioni verbali di Vendola, avendo ben chiaro dove sta il potere, cioè nella finanza. Così come ha chiaro che certe forme di pauperismo cattocomunista (così si sarebbe detto in passato), non portano il Paese fuori dalla crisi. Sembra di capire che da buon liberale, creda in uno Stato serio e onesto e in un capitalismo rigorosamente regolamentato e non sudamericano. Forse è stato uno dei primi a capire che il sistema era morente, lui dice morto, ma le agonie possono essere lunghe. Dietro a lui è cresciuto un movimento un po’ anarchico, essendo senza struttura, ma vivace intellettualmente ed eticamente avanzato, estraneo alla logica di schieramento e alla politica politicante, che hanno distrutto Bossi e Di Pietro, i quali sono appunto morti, anche se non lo sanno. Certo i grillini non arriveranno a governare il Paese, ove accadesse, esploderebbero come una granata, ma sono il veicolo per mandare a casa un po’ di questi politici, anzi molti, visto che, secondo il mio parere, il movimento vale ben più del 4%, dei sondaggi ufficiali. E’ come il vento del nord, non durerà tanto, ma consentirà di cambiare l’aria ormai fetida, che ammorba l’Italia.”

(Beppe Grillo, il vento del nord - www.finanzaelambrusco.it)

Quindi in questo periodo bisogna diffidare dei sondaggi: quelli che danno per vinte le elezioni dagli anti-berlusconiani, quelli che stimano la consistenza dei partiti e anche quelli che stimano la popolarità dell’attuale esecutivo. Popolarità che subirà un fragoroso calo quando cominceranno a giungere gli appuntamenti fiscali con le nuove e vecchie tasse.
Gli italiani sono un popolo di (finti) proprietari di immobili, che in realtà sono in mano alle banche erogatrici di mutui, ma di questi immobili condividono soprattutto gli svantaggi (mutui, costi e tasse), e il governo Monti si è prodigato nel peggiorare la situazione. La nuova Imu provocherà molto risentimento fra gli elettori/proprietari della classe media.

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