sabato 31 dicembre 2011

Il prof. analizza il prof.



Il professore in questione è L. Ricolfi che ha scritto un articolo su La Stampa carico di domande senza risposte:

Come ragiona la mente dei mercati

In sintesi, si chiede, perché con il nuovo governo più autorevole del precedente lo spread continua a salire, malgrado la manovra “Salva Italia” aggiungo io? Perché la situazione della Spagna è valutata migliore dai mercati? Il prof. Ricolfi non ha risposte.

Ma alla fine propone delle opinioni intuitive che probabilmente sono vere:

Non sarà che i mercati danno poca importanza all’entità degli aggiustamenti di bilancio (i saldi della manovra) e molta importanza alla sua composizione? Non sarà che, nella seconda metà di novembre, in Spagna e in Italia sono avvenuti due cambiamenti che i mercati giudicano in modo opposto?
In Spagna c’è stato un cambio di governo, da sinistra a destra, che promette di aggiustare il bilancio prevalentemente dal lato della spesa, alleggerendo vincoli e pressione fiscale sulle imprese. In Italia c’è stato un cambio di governo da destra a «non-destra» che, nonostante il contesto in cui operano le nostre imprese sia molto più sfavorevole di quello spagnolo, ha già dimostrato di puntare il grosso delle sue carte sull’aumento delle tasse (come succedeva con il precedente governo)

Forse, se i mercati hanno punito l’Italia non è nonostante la manovra di Monti, ma - in un certo senso - a causa di essa. La credibilità di Monti, la sua serietà, il suo coraggio, non sono bastati per la semplice ragione che i mercati hanno colto l’impianto recessivo della manovra, nonché il carattere tuttora evanescente della cosiddetta «fase 2», quella che dovrebbe rilanciare la crescita.”

“Che sia per questo, perché hanno capito che in Italia - chiunque governi - la crescita è solo uno slogan, che i mercati continuano a non fidarsi di noi?”

Temo che il punto sia questo. Una visione dell’economia e dello Stato completamente sbagliati nel nostro Paese.
Bisogna però, per correttezza, dire che dal punto di vista del governo la prima priorità è stata andare incontro alle necessità dello Stato e alle richieste dei nostri creditori a causa dell’aumento dei tassi sul debito. E’ un cane che si morde a coda. Non c’è via di scampo, con metodi tradizionali non se ne esce: più aumenta il debito, più aumentano le tasse, più si va in recessione, più i mercati ci reputano insolventi.

L’uscita può essere solo esterna a questo sistema circolare: per esempio per intervento di sostegno della Bce (LTRO), oppure perché i mercati trovano qualcosa di più succulento su cui affondare gli artigli e si dimenticano del nostro debito. In effetti esiste anche la possibilità di un’uscita traumatica, con il default (totale, parziale, pilotato ecc.) che comunque implica notevoli costi.

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